Elementi dell'occhio artificiale

L'occhio artificiale, nei casi più comuni, è fatto da un impianto epiretinale o subtetinale (tramite un chip sotto retina) e da una telecamera (la quale può essere anche montata su degli occhiali)  dotata di un trasmettitore di onde radio che vengono captate dall'impianto sotto la retina. Gli impianti epiretinali hanno cominciato ad essere ideati e realizzati nei primi anni novanta, sono una delle due principali tipologie di protesi retiniche artificiali che si stanno sviluppando e testando per ripristinare la vista in pazienti affetti da cecità acquisita, dovuta a degenerazione dei fotorecettori della retina.
L'impianto epiretinale è formato da un 

congegno che tramite un'operazione chirurgica (in realtà microchirurgia) viene impiantato sullo strato più profondo e interno della retina, che contiene le cellule gangliari. Il dispositivo non presenta aree fotosensibili; esso riceve l'immagine dell'ambiente esterno, che viene convertita in segnali elettrici, attraverso una telecamera e un'unità di processamento dati (cioè un piccolo computer), poste esternamente al corpo. Dei piccoli elettrodi, posti sul dispositivo impiantato, stimolano poi direttamente gli assoni delle cellule gangliari interne, che formano il nervo ottico. Da qui in avanti l'informazione procede verso le cortecce visive attraverso le normali vie di trasmissione nervosa, quindi le strutture neurali a valle della retina devono risultare intatte e funzionanti nel paziente affinché questo tipo di protesi possa essere efficace. 



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